Antidoti eterni al disagio dei momenti incerti, l’abbraccio della natura, il potere del colore e soprattutto l’ironia, rivendicano il triplo ruolo di protagonisti anche nella decorazione di fine decennio, inondando i corridoi di Maison & Objet, autorevole rassegna parigina della decorazione d’interni, e termometro delle nuove tendenze del design internazionale.
Regola numero uno: divertire. Non solo con oggetti dichiaratamente disegnati per mettere il buon umore, ma anche con allestimenti irriverenti e presentazioni insolite capaci di strappare un sorriso anche al visitatore più distratto.
Un esempio per tutti, la collezione di lingerie da bagno Le Patissier di Jacky Letellier, confezionata acciambellando le salviette come cannoli e guarnendole di frutta come pasticcini, per trasformare un semplice quadrato di spugna in un irresistibile regalo.
Un’idea semplice che rasenta, senza inciamparvi, il limite del kitsch per tradurlo in un concept di prodotto golosamente accattivante ma anche in un progetto ambizioso, declinandosi in un sistema di merchandising completo, che prevede l’esposizione dei gateaux di spugna su banchi vetrina da gelati, e la vendita da parte di commessi in uniforme da pasticceri.
Dai Fratelli Boffi invece l’ironia prende la forma di una poltrona classica, deformata fino a trasformarsi in trono, e rivestita in velluto rosa per enfatizzarne l’aspetto caricaturale ma anche la grande eleganza, in un delicato gioco di equilibrio simbolico, che riflette la sapiente concezione dello stand, capace di mantenere un forte segno contemporaneo, seppur costellato di citazioni barocche e suggestioni auliche.
Ironia dichiarata anche nell’installazione Valeur Refuge, che già dall’involucro anticipa la sua natura ludica, con una cerniera lampo maliziosamente dischiusa per accedere alle stanze interne. Come un grande scrigno di piccole meraviglie, l’allestimento è rifinito con grande cura ed attenzione dal suo creatore François Bernard, che ha saputo coniugare atmosfera e gioco in una complessa wunderkammer, fatta di piccole scoperte divertenti e seri spunti di riflessione.
Ma tra le molte proposte degli espositori non solo l’ironia emerge come palpabile linea comune. Una grande voglia di natura, che da diverse edizioni serpeggiava tra i corridoi di Villepinte senza trovare il coraggio di diventare una tendenza diffusa, irrompe stavolta in tutto il salone, con una alternanza di spunti teneri e selvaggi attinti prevalentemente dal mondo animale.
Dai grandi trofei di caccia di Frédérique Morrel, in poliuretano rivestito di imprevedibili patchwork di tappezzerie vintage, alle delicate figure orientali disegnate da Rumiko Takeda che il designer italiano Stefano Giovannoni ha tradotto in minuscoli oggetti per la tavola e la casa prodotti da Alessi, senza dimenticare i volti di animali che Ibride veste dei corpi di grandi condottieri e dame settecentesche, per stamparli su vassoi di tolla sagomata.
Scontato ma significativo, e sicuramente efficace, anche l’ultimo vistoso trend che emerge a Maison & Objet: una esplosione di colori saturi ed una voglia di combinarli senza pregiudizi, che sorprende per la sua diffusione in tutti i padiglioni della fiera.
La voglia di osare colori primari e tinte semifluorescenti, e di sperimentare abbinamenti pericolosi è stata insolitamente abbracciata all’unanimità dagli editori di tessuti ai produttori di stoviglie, dalle aziende di illuminazione ai grandi nomi dell’arredamento.
E diventa persino protagonista di un’altra delle tre installazioni patrocinate dalla fiera, Colorpatch, progettata da Elisabeth LeRiche che in una sequenza di stanze neutre, ha voluto celebrare la libertà del colore dai limiti del gusto dominante ricordando l’esistenza di tutto lo spettro cromatico con arcobaleni di lacche, laminati, fibre ed inchiostri.
Colore – come sempre – anche da una antesignana di questa tendenza, come Agatha Ruiz de la Prada, da sempre sinonimo di audacia senza compromessi nell’uso delle tinte forti, ma anche nelle proposte di aziende tradizionalmente più prudenti come Moissonier che continua sempre più convinto la sua colorata attualizzazione dell’antica arte delle laccature iniziata alcune collezioni fa, e diventata ormai l’imitatissimo segno distintivo della maison nel panorama dei produttori di riedizioni di mobili antichi.
Una visita a Maison & Objet è sempre l’occasione per riflettere sulla direzione della creatività e sul suo ruolo nella nostra vita quotidiana, e questa volte uscire dall’edizione appena conclusa è un po’ come terminare la lettura di un lungo manuale su come si dovrebbe reagire alla poca vivacità dei tempi contemporanei, ritrovando dentro di noi tutto lo spirito e la voglia di novità di cui l’uomo, fortunatamente non è mai sazio.